La musica nel museo

Con questa iniziativa il sistema dei musei civici si arricchisce di una nuova esperienza: la musica nel museo. E lo fa grazie al contributo di una delle personalità artistiche più raffinate della cultura mantovana contemporanea, Stefano Gueresi. Per questo ringrazio l’autore che, respirando le suggestioni del museo, ha composto brani musicali di grande fascino, assolutamente inediti, destinati ad accompagnarci nella visita. Un grazie anche al direttore del Museo della Città San Sebastiano, Stefano Benetti, che ha ideato e reso possibile il progetto.

Fiorenza Brioni (Sindaco di Mantova)


Oggi più che mai i musei devono aprirsi alla città e alle sue forze più vive e creative. Sono pertanto orgoglioso di essere testimone e convinto sostenitore di un’esperienza come questa che fa incontrare museo e musica in una unione capace di valorizzare entrambi. Un talento musicale come quello di Stefano Gueresi non può che costituire un motivo di stimolo e vanto per un museo che proprio perché è “museo della città” ha come missione privilegiata la valorizzazione delle nostre eccellenze culturali ed artistiche. A Stefano Gueresi va il nostro sentito ringraziamento.

Ilario Chiaventi (Vice Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Mantova)


Dare voce al Museo. Con la sonorizzazione delle postazioni multimediali il Museo della città introduce la musica come compagna di viaggio del visitatore. Con il talento artistico di Stefano Gueresi e grazie alla moderna tecnologia, questa idea si è concretizzata in un connubio inedito, ma di estremo fascino: la proposta di una suggestione musicale che ripropone in chiave moderna gli antichi echi di un palazzo come questo che, nel Rinascimento, è stato spazio di eccellenza delle arti, non solo pittoriche, ma anche musicali.

Stefano Benetti (Direttore Museo dellla Città)


Le note della sapida stagione musicale di Isabella d’Este e Francesco II Gonzaga ancora riecheggiano nelle antiche stanze di palazzo San Sebastiano, nell’espressione di una disciplina fantastica, essenza pulsante di fermenti, della dimensione ludica e spettacolare vissuta in corte. La musica coinvolge, rapisce, penetra il Principe proiettandolo in un empireo di profonda suggestione, al quale egli si abbandona, accarezzato dai suoni e dal fascino sottile degli strumenti. E poi lei, la marchesana, che precorre ogni tempo, ogni moda, che suona la viola, la chitarra, il clavicordio, e che, oggi come allora, insieme al signore dei cavalli, al signore dei falchi, sembra ritornare in palazzo San Sebastiano.

Giancarlo Malacarne (Storico)