Biografia

Rassegna stampa

Il pianista Gueresi applaudito alla Cappella Ducale per l'evento dedicato ai Poli

Quando l'uomo entra in contatto con paesaggi naturali ostili e spettacolari, maestosi eppure così fragili come quelli dei Poli, non può fare altro che porsi in un atteggiamento di ascolto.Difficile tradurre in parole le immagini di questi luoghi che hanno un sapore sacrale: sono "Cattedrali del ghiaccio", titolo dell'evento che ha intrattenuto un folto pubblico nella Cappella Ducale del Farnese, in collaborazione con Geofest e patrocinio del Comune. L'iniziativa si inserisce nelle attività del Comitato piacentino pro anno polare internazionale: Piacenza difende i Poli (questo il nome del progetto) e per l'occasione ha creato un efficace tentativo di dare suono a quel silenzio polare attraverso le note del pianista mantovano Stefano Gueresi, che ha accompagnato la proiezione di foto dei Poli: suoni cristallini, tintinnii fluenti governano cieli plumbei; sonorità affettuose si aprono alla resistenza degli animali a un freddo implacabile. A volte nelle immagini appare l'uomo, piccolo, in ascolto, nella volontà di studiare per preservare una risorsa dell'umanità. Non tutti sanno che l'Italia è presente da 20 anni nell'Antartide per fare ricerca: i ghiacci del polo artico infatti diminuiscono del 9% ogni 10 anni. Presenti all'evento, oltre ad Amanda Castello, organizzatrice e presentatrice dell'evento, l'assessore alla cultura Paolo Dosi, che ha ricordato come il termine della mostra collaterale all'evento organizzata nel Museo di Storia naturale sulla ricerca italiana ai Poli sia stato posticipato per la crescente attenzione sul tema, Getty Bisagni, autore del quadro Esodo, opera leit motiv dell'annoche sarà presto messa all'asta e il cui ricavato andrà ai popoli della Groenlandia." I racconti del lago", "La città del principe", "Ali della notte", "Le stelle di Cluj", "Fiori della nebbia", "Nato libero", "Cattedrali di ghiaccio" e, come richiesto e applaudito fuoriprogramma, "La neve e l'amore lontano": le note di Gueresi scivolano sulla pelle come le dita del maestro volano sui tasti. I pinguini sono degli Amleto sulla scena che riflettono sulle onde scomposte. I suoni slittano tra sospensioni e riprese in volume, il ghiaccio accompagna loro nel calore della madre terra che ascolta i lamenti dei suoi figli.

«Speriamo ci sia qualche missile in meno e qualche ghiaccio in più» ha commentato Gueresi. Ogni brano finisce con una nota distinta e limpida, un segno di interpunzione forte e magistrale al termine di un discorso che ha parlato di responsabilità collettiva e di emozione individuale.

Elisa Malacalza ("La Tribuna " di Piacenza) - 8 /12/ 2008

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